La rete è la causa del ritiro dalla realtà o un tentativo di restarne agganciati?
La “rete” può sostenere ma anche imbrigliare il processo di crescita. Qual è il confine tra l’usare il dispositivo in modo consapevole e “l’esserne usato”? Gli artefatti, nell’uso strumentale, sono protesi delle nostre intenzioni come il bastone per un cieco. Ma nell’estensione dell’identità c’è il rischio di simbiosi, gli artefatti si possono cibare della nostra energia, ci possono affascinare, sedurre e diventare distraenti rispetto ai nostri obiettivi.
“VADEMECUM” PER GENITORI
1.CHE ESEMPIO STIAMO DANDO?
Assumersi la responsabilità del modello
Prima di arrabbiarci con i nostri figli per l’uso smodato di smartphone e tablet vale la pena chiedersi quale modello stiamo dando loro? Siamo consapevoli del tempo che passiamo al cellulare o al pc? Noi adulti usiamo la tecnologia per lavorare, comunicare, comprare, divertirci, risolvere problemi ed organizzarci. Ma anche per sostenere il vuoto, l’attesa, la noia e spesso in alternativa ad un autentico contatto con gli altri. Dallo sguardo di un bambino praticamente SEMPRE. E’ possibile che un uso così pervasivo dei dispositivi non influenzi anche loro? “Immigrati digitali” e “nativi digitali”… siamo tutti coinvolti.
2. CIAO, COM’E’ ANDATA LA TUA GIORNATA VIRTUALE? Aprire la comunicazione ed interessarsi autenticamente alla loro esperienza nel web.
Non tutte le attività nella realtà sono uguali e lo stesso accade in rete. Wikipedia, il coding, youtube, lo streaming, il gaming, i social etc. sono attività differenti, con effetti differenti. Interessarsi autenticamente alle esperienze che fanno i nostri figli in rete è una buona premessa per stabilire una relazione e raggiungerli “là, dove sono”. Iscrivere i figli a corsi di coding, può essere interessante affinché vengano a conoscenza dei meccanismi introdotti dai produttori con l’intenzione di creare ‘dipendenza’ al fine di poterli smontare o neutralizzare in modo preventivo. Per esempio nei giochi che hanno come business model gli acquisti ‘in-app’ come: Castle-Clash, Clash-Royale, Clash of Clans, i ragazzi dovrebbero sapere che comprare i livelli è un trucco (cheat) e non una dimostrazione di abilità in questo modo, non supportando gli acquisti, il gioco stesso perde fascino.
3.QUALI LIMITI?
Dare e sostenere i limiti stimolando alternative
Quando si regala un motorino si impone la regola del casco e il limite di velocità allo stesso modo quando regaliamo un dispositivo elettronico dovremmo poter stabilirne dei limiti per un uso consapevole almeno nell’infanzia e nella pre-adolescenza. L’Associazione Pediatri Italiani consiglia di non regalare il cellulare prima dei 10 anni. Sul primo cellulare si possono installare dei “parental control” concordandolo con il figlio, buona pratica è anche spegnerlo durante la consumazione dei pasti e di notte. Tra i 10 e i 15 anni è consigliato l’uso dei giochi elettronici per non più di 60 minuti al giorno ( come per la TV). Parallelamente al rispetto dei limiti è importante stimolare una pluralità di esperienze alternative o “fattori di protezione” quali: lo sport, il contatto con la natura, le amicizie, l’arte e la cultura, i viaggi, l’associazionismo.
4.COS’E’ LA DIPENDENZA DA INTERNET?
Informarsi sulla IAD: internet addiction disorder
Anche se ogni definizione diagnostica in adolescenza corre il rischio di essere pericolosa, conoscere i rischi di un’eccessiva esposizione al dispositivo elettronico è importante. La dipendenza da Internet o Internet Addiction Disorder (IAD), è un disturbo del controllo degli impulsi. Possiamo definire 2 gruppi a rischio clinico quali: i sovraesposti sociali (sexting, cyberbullismo) e i ritirati sociali. Ritiro sociale e dipendenza da internet sono interconnessi e si sostengono a vicenda purtroppo però non tutti i ritirati sociali sono connessi. Primo sintomo del ritiro sociale è il rifiuto della scuola che si manifesta con sintomi fisici quali mal di testa, stomaco etc. Il disagio che si sperimenta per il proprio corpo è una questione centrale nel rendere internet una grande passione tanto da diventarne dipendenti.
Dott.ssa Rita Greta Rombolotti