Dall’inizio dell’ emergenza e con la chiusura delle scuole per molti studenti recede sullo sfondo l’esercizio delle competenze di base: alfabetica, matematica, linguistica a causa dei limiti della didattica on-line che ha stravolto spazi, tempi, modalità e confini. Emerge tuttavia l’esercizio delle altre 4 competenze chiave per l’apprendimento permanente. (2006/962/CE)
Nel dettaglio:
Competenze digitali: saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le TSI (Tecnologie della Società dell’Informazione) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Qui ed ora: l’ on-line ha cessato per qualche tempo di essere quell’uncinante forza che strappa i ragazzi/e dalla concretezza del mondo diventando, al contrario, l’unica porta aperta che li restituisce al mondo. La capacità tecnica dei nativi digitali si sta integrando all’esperienza di un uso più strumentale dell’artefatto tecnologico, artefatto che ha permesso loro di rimanere attivi ed aperti al mondo. Il distanziamento inoltre sta permettendo di fare esperienza della mancanza degli altrui corpi, mancanza di rado percepita precedentemente vista l’incalzante socialità a cui sono sottoposti fin da piccoli. Questa mancanza può favorire la consapevolezza di quando e quanto il contatto on-line sia un surrogato del contatto reale. Qualora, grazie al vaccino o a cure efficaci, il distanziamento sociale non diventi la nuova normalità, possiamo ipotizzare che bambini/e e ragazzi/e guadagneranno dall’abbuffata digitale un uso più strumentale, critico e proporzionato dei device. Purtroppo non senza il rischio che per alcuni, al contrario, si slatentizzatino web-addiction e ritiro sociale.
Imparare ad imparare: conoscenza del proprio modello di apprendimento personale con i relativi punti di forza e limiti ricercando da sé le opportunità di istruzione, formazione e orientamento. Qui ed ora: il tempo disarticolato, perso e ritrovato sta facilitando nei figli l’emersione di punti di forza, inclinazioni e talenti che è interessante osservare e riconoscere. Se molto tempo viene passato davanti agli schermi, non sono pochi i ragazzi/e che contestualmente manifestano interessi altri come cucinare, suonare, dipingere, scrivere, leggere etc. La scuola, pur mancando moltissimo nella sua funzione centrale di fare comunità, ha il grande limite di appiattire tutti in una prestazione cognitiva uniformante al contrario, ciascuno, è portatore di inclinazioni e passioni intellettuali, emotive, artistiche e motorie (adesso le più sacrificate) molto diverse tra loro.
Competenza sociale e civica: include competenze personali, interpersonali e interculturali e riguarda tutte le forme di comportamento che consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa, in particolare alla vita in società sempre più diversificate come anche risolvere i conflitti ove ciò sia necessario. Qui ed ora: per la prima volta, dalla seconda guerra mondiale, due generazioni ( adulti e giovani) stanno sperimentando se stesse come parte di una collettività nazionale e planetaria. La percezione del corpo collettivo è premessa necessaria (seppur non sufficiente)per uscire dall’individualismo. “Nessuno si salva da solo” perché la libertà è una complessa sintesi tra pubblico e privato è la grande lezione, NON on-line, impartita della pandemia. Le nuove generazioni già sensibili alle tematiche ecologiste, si sono dimostrate disponibili alle misure restrittive ( spesso più di genitori e nonni) e capaci di adattarsi oltre le aspettative. Nel particolare delle micro-collettività famigliari, inoltre, risolvere i conflitti acuiti dalla stretta vicinanza, rafforza la ricerca di strategie di comunicazione più efficaci così come la capacità di team-work.
Spirito d’iniziativa e imprenditorialità: la capacità della persona di trasmettere le idee che ha in azione e questo avviene tramite la creatività, l’assunzione del rischio, l’innovazione e con il saper pianificare e organizzare i progetti per raggiungere degli obiettivi. Qui ed ora: come in ogni evento traumatico stiamo chiedendo ai ragazzi/e ( ma anche a noi adulti) di crescere un po’ più in fretta contando sulla loro collaborazione ed intraprendenza come mai prima d’ora. Bambini e ragazzi sono diventati più “utili” per cucinare, portare giù l’immondizia, pulire casa, recuperare informazioni etc. Creatività ed intraprendenza sono necessarie soprattutto ai più piccoli, completamente “liberi” dalla didattica a distanza. Abbiamo visto genitori e figli improvvisare percorsi ad ostacoli in casa, fare qualsiasi tipo di laboratorio, lavoretto, manipolazione etc. Trasformare idee in progetti, al fine di portare a casa la giornata, ed una maggiore autonomia nella gestione delle proprie routine sono due competenze inevitabilmente sollecitate dalla quarantena.
In aggiunta:
Tolleranza alla frustrazione: essere in grado di spostare nel tempo la gratificazione di un bisogno o desiderio. Qui ed ora: L’impossibilità di rifornirsi di cibo ed oggetti nei tempi e modi conosciuti, così come incontrare amici ed innamorati, impone l’attesa e la frustrazione di desideri più o meno necessari. Le nuove generazioni stanno facendo esperienza del tempo dell’attesa come mai prima d’ora.
Concludendo: le Life-skill sono competenze che afferiscono all’apprendimento non formale, si conquistano tramite l’esperienza della vita stessa che proprio quando entra in crisi apre possibilità di apprendimento ed evoluzione impensabili fino a prima. Non di meno c’è bisogno, pur adeguandosi all’uso delle mascherine e mantenendo le distanze consigliate, che bambini/e ragazzi/e possano riappropriarsi quanto prima della motricità e della socialità come parte attiva e non rimossa della società, affinchè un prolungato isolamento non vanifichi quanto potenzialmente appreso fin’ora ma diventi “nuova scoperta” per uno sviluppo futuro più integrale e felice.
3 maggio 2020